Remarketing, cos’è e come funziona

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Esempio di attività di remarketing per recuperare carrelli abbandonati

Il mondo di magnews - 6 MIN. DI LETTURA

Aggiornato: Febbraio 2025

Indice

Un carrello abbandonato può ancora convertire!  
 
Attraverso il remarketing puoi rivolgerti agli utenti che hanno già interagito con il tuo brand, ma che non hanno completato una determinata azione, come un acquisto o una registrazione. Si tratta di un approccio mirato che utilizza dati raccolti durante la navigazione per creare messaggi personalizzati, progettati per riconquistare l’interesse di quelle persone e guidarle verso la conversione. 

Diverso dal semplice retargeting, il remarketing si basa su strategie più ampie che includono non solo annunci pubblicitari, ma anche email personalizzate e comunicazioni su più canali. Un utente che visita una pagina prodotto senza acquistare può essere coinvolto con messaggi successivi, che lo informano su uno sconto o una promozione in corso. 

Questa tecnica non solo permette di mantenere il brand nella mente del consumatore, ma aumenta anche le probabilità di chiudere una vendita, soprattutto in settori dove il processo decisionale richiede più tempo. 

Come funziona il remarketing? 

Il remarketing utilizza i cookie, piccoli file di dati che vengono memorizzati nel browser dell’utente quando visita un sito web. Tuttavia, a causa delle restrizioni sempre più severe sui cookie di terze parti, è preferibile utilizzare piattaforme che impiegano sistemi di tracciamento di prima parte. Esistono due approcci principali al remarketing: l’uso di pixel tag o di liste di remarketing, a seconda dei dati disponibili e della piattaforma utilizzata. 

I pixel tag o tracking pixel sono frammenti di codice inseriti in un sito web che consentono di posizionare cookie nel browser degli utenti. Quando si crea una campagna di remarketing su una piattaforma specifica, questa fornisce il codice del pixel da aggiungere al sito. Il pixel inserisce un cookie nel browser dell’utente, creando una sorta di “traccia” che consente di mostrare annunci personalizzati durante la navigazione successiva. Questo sistema permette di mantenere il contatto con i visitatori precedenti e di coinvolgerli anche dopo che hanno lasciato il sito. 

Le liste di remarketing sono elenchi di visitatori che hanno svolto determinate azioni sul sito, come visitare una pagina specifica o avviare un acquisto. Quando un utente interagisce con una landing page, viene automaticamente aggiunto alla lista di remarketing. Successivamente, gli annunci vengono personalizzati in base ai contenuti della pagina visitata, creando esperienze più mirate e coinvolgenti. Questi messaggi vengono distribuiti attraverso piattaforme pubblicitarie come Google Ads o Facebook Ads, oppure tramite email marketing, grazie a strategie multicanale particolarmente efficaci per coinvolgere nuovamente gli utenti e aumentarne il tasso di conversione. 

Un esempio pratico di remarketing 

Nella pratica, ciò che avviene può essere riassunto così.  
 
Un brand di abbigliamento sportivo lancia una nuova collezione dedicata al running. L’utente visita il sito web, esplora alcune pagine della collezione e aggiunge una giacca tecnica al carrello, ma abbandona il processo prima di completare l’acquisto. 

A questo punto si attiva la raccolta dei dati: grazie al pixel di tracciamento integrato nel sito, il comportamento dell’utente viene monitorato. Il sistema registra le pagine visualizzate e identifica il carrello abbandonato. 

L’utente viene inserito in un segmento specifico di pubblico, insieme a tutti coloro che hanno mostrato interesse per la nuova collezione o lasciato un carrello incompleto. 

Per il segmento interessato alla collezione, vengono sviluppati annunci che mostrano articoli complementari, come scarpe o pantaloni tecnici. Per il gruppo che ha abbandonato il carrello, invece, il brand crea messaggi che includono un incentivo, come uno sconto del 10% o la spedizione gratuita. 

A questo punto, l’utente inizia a vedere banner pubblicitari della giacca tecnica su piattaforme come Google Ads o social media. Parallelamente, può ricevere un’email personalizzata con un messaggio simile al seguente: “La tua giacca preferita è ancora disponibile! Completa l’acquisto ora con uno sconto speciale del 10%”. 

Il remarketing e l’importanza dell’engagement 

Tra gli aspetti positivi del remarketing c’è anche la sua capacità di aumentare l’engagement rate con il pubblico, mantenendo viva la connessione con il brand. Quando un utente interagisce per la prima volta con un marchio – esplorando il sito, visualizzando prodotti o leggendo contenuti – il suo interesse è al massimo, ma senza un’azione di follow-up mirata, quel coinvolgimento può svanire rapidamente. 

Il remarketing agisce per riattivare l’interesse, inviando messaggi personalizzati che mantengono il brand nella mente dell’utente e incentivano nuove interazioni, guidando il pubblico verso la conversione e rafforzando il legame emotivo con il brand. 

Piattaforme e strumenti per il remarketing 

Implementare campagne di remarketing efficaci richiede l’utilizzo di piattaforme e strumenti specifici che consentano di tracciare i dati, segmentare il pubblico e distribuire annunci personalizzati. Tra le soluzioni più diffuse troviamo: 

  • Google Ads: offre la possibilità di raggiungere gli utenti attraverso la rete Display, mostrando annunci su siti partner o direttamente nei risultati di ricerca. La flessibilità di questa piattaforma permette di creare campagne basate su comportamenti specifici, come la visualizzazione di una pagina prodotto o il completamento parziale di un modulo. 
     
  • Facebook Ads: consente di targetizzare gli utenti su Facebook, Instagram e Audience Network, utilizzando dati raccolti tramite il Facebook Pixel. Questa piattaforma è particolarmente efficace per coinvolgere un pubblico visivamente orientato, grazie alla possibilità di utilizzare immagini e video. 
     
  • LinkedIn Ads: ideale per il retargeting marketing in ambito B2B, questa piattaforma permette di creare campagne basate su dati professionali, come il ruolo lavorativo o il settore di appartenenza. 

Per massimizzare i risultati, però, non basta scegliere una piattaforma. È fondamentale integrare i dati provenienti da più fonti e coordinare le campagne in modo coerente: ciò è possibile grazie a strumenti di marketing automation come quelli di magnews, che permettono di centralizzare queste informazioni, semplificando la gestione e migliorando l’efficacia delle campagne online. 

Remarketing e email marketing

Il remarketing raggiunge il suo massimo potenziale quando agli annunci si affianca l’email marketing. Così, un utente che ha abbandonato un carrello può essere coinvolto con un doppio approccio: da un lato, annunci personalizzati che gli ricordano il prodotto visualizzato; dall’altro, email specifiche che lo invitano a completare l’acquisto, magari offrendo un incentivo come uno sconto. 

L’email marketing permette di stabilire un dialogo diretto e personale con il pubblico, aumentando l’engagement e migliorando i tassi di conversione. Tuttavia, la chiave per ottenere risultati significativi è la segmentazione. Creare gruppi ben definiti consente di inviare messaggi che rispondano alle esigenze e ai comportamenti specifici di ogni utente, rendendo la comunicazione più efficace e rilevante. 

 

Screen della piattaforma magnews per individuare il target della tua comunicazione

 

Strumenti come Profile Studio di magnews, rendono possibile questa integrazione tra remarketing ed email marketing. Potrai raccogliere e analizzare tutti i tuoi dati, creare segmenti altamente qualificati e personalizzare le comunicazioni su più canali.  

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Fonti: 

https://blog.hubspot.com/marketing/retargeting-campaigns-beginner-guide 

https://www.magnews.it/blog/il-mondo-di-magnews/email-marketing-automation/ 

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